26 Novembre 2011 – 8 Gennaio 2012
Per la prima volta in Italia L’Adorazione dei pastori di Georges de La Tour accompagna uno dei più celebri capolavori del pittore lorenese, il San Giuseppe falegname nella ormai tradizionale mostra di Palazzo Marino organizzata da Eni con la collaborazione del Comune di Milano e del museo del Louvre e curata da Valeria Merlini e Daniela Storti. Le due straordinarie opere di uno degli artisti più affascinanti della pittura del Seicento, noto a molti come il “Caravaggio francese”, vengono esposte a Milano, con ingresso libero, nella Sala Alessi di Palazzo Marino.
La mostra organizzata anche quest’anno grazie al partenariato tra Eni e il museo del Louvre, che mette a disposizione dell’evento importanti opere e propone al grande pubblico uno degli artisti più suggestivi e misteriosi che la Francia del Seicento abbia generato. L’Adorazione dei pastori è entrata a far parte delle collezioni del Louvre nel 1926, dopo che Hermann Voss lo attribuì a La Tour. Nel 1915 questo grande storico dell’arte tedesco aveva sottratto l’artista all’oblio assoluto nel quale era caduto.
Il pubblico potrà ammirare questi due dipinti di eccezionale interesse, in un allestimento a loro dedicato, razionale nella distribuzione degli spazi e ricercato nella scelta dei materiali. Il progetto di Elisabetta Greci nasce, infatti, da una serie di spunti concettuali ed estetici che rimandano a gran parte dell’iconografia classica sulla Natività, all’architettura nordica familiare al Maestro, alla semplicità e “all’umile naturalità” consona ad entrambi i soggetti dei due capolavori. Si è quindi scelta una “architettura” scultorea, lineare ma suggestiva per dimensioni ed effetti, attraverso l’impiego di materiali naturali e tradizionali. L’ambiente dell’esposizione è composto da una grande parete a onda, intonacata con calce ed argilla e da una pavimentazione in legno vecchio – un organismo “sospeso” all’interno della Sala Alessi – costituito da superfici concettualmente “povere”, che consentono di arricchire l’atmosfera del luogo con giochi di luce. La visione e la percezione delle opere, come tradizione collocate all’interno di apposite teche che ne permettono la fruizione ravvicinata della loro storia e del contesto culturale che le ha generate, viene supportata da diversi video e favorita dalla presenza in sala di storici dell’arte e tecnici restauratori che seguono, come di consueto, i visitatori, rispondendo alle domande e alle curiosità in modo personale, secondo le esigenze di ciascuno di loro. All’interno della sala video, il pubblico potrà cogliere l’opportunità di approfondire alcuni aspetti della misteriosa storia del grande pittore lorenese per secoli caduto nell’oblio e tornato negli ultimi anni al centro di nuovi importanti studi critici.
Fornendo uno spettro variegato di punti di vista, utili ad arricchire la percezione della cultura dell’epoca, di cui questi due dipinti sono un’emanazione, grazie anche all’ausilio dei saggi scientifici presenti sul catalogo edito da Skira, l’esposizione vuole incoraggiare un confronto vivo e umano tra gli storici dell’arte presenti in sala e il pubblico.
Una mostra di Eni curata da Valeria Merlini e Daniela Storti.
Produzione Aleart progetti d’immagine.
Catalogo Skira.